Ti ho perso
Così ti ho perso.
Non una parola o un gesto lento
nella lentezza dei tuoi ultimi giorni.
Lento era l’avanzare dell’auto
nel paesaggio tardo autunnale
così lento lo avvertivo io
o lo era per davvero?
Le ruote caute
sul selciato adorno di foglie morte
e il batter lento e costante
della pioggia sui vetri opachi.
Il lento calvario ci faceva
ostaggio entrambi
e attendevamo distanti l’alba del tuo
addio.
Monica Pagnotta - Di vuoto in vuoto
Antologia della Piccola Accademia di Poesia diretta da Elena Mearini con la collaborazione di Marco Saya e Angelo De Stefano, Morellini editore.
La poesia di Monica Pagnotta punge il cuore, conosce il graffio e la carezza. Qui conosce la pazienza dell’attesa che toglie il fiato, arriva a passo lento la morte, trattiene il respiro e sosta nel cuore di chi resta. Si sente il logorio della morte che avanza e il dubbio che ad essa si accompagna, l’esasperata lentezza di una fine a cui si nega l’abbraccio. Così ti ho perso, è un inizio forte, un nodo stretto; l’avverbio in apertura riapre un dialogo che la morte ha interrotto, ma non ha spento. Nel tempo immobile che accompagna l’addio, Non una parola o un gesto lento/nella lentezza dei tuoi ultimi giorni il paesaggio si fa specchio dell’anima. Commuove il punto interrogativo che si accompagna alla descrizione di un momento così lento, così difficile da attraversare: Lento era l’avanzare dell’auto/nel paesaggio tardo autunnale/così lento lo avvertivo io/o lo era per davvero?
Mi sembra di viverla questa lentezza, per davvero!!!
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