Nato a
Vechta, nel Land della Bassa Sassonia, il 16 aprile 1940, Rolf Dieter Brinkmann lasciò il liceo prima di aver conseguito il
diploma e iniziò un percorso di formazione professionale come libraio a Essen,
dove conobbe Maleen Kramer, con la quale, a partire dal 1962, si trasferì a
Colonia, città amata e odiata dal poeta. Nel 1964 la coppia si sposò e nello
stesso anno nacque il loro figlio Robert. Dopo un esame (la “Begabtenprüfung”)
che consentiva a persone di talento di accedere allo studio universitario anche
in assenza di un diploma di maturità, Brinkmann si iscrisse al corso di studi
in pedagogia, ma presto scelse di dedicarsi interamente alla scrittura. A
partire dal 1965, diversi soggiorni a Londra lo misero in contatto con la
poesia angloamericana. Se nella sua prosa degli inizi si colgono le influenze
del Nouveau Roman, in tutta la sua produzione successiva al 1965, sono
rintracciabili quelle dell’ambiente underground statunitense, di cui si occupò
nell’antologia Acid. Neue amerikanische Szene. L’antologia, curata da
Rolf Dieter Brinkmann insieme a Ralf-Rainer Rygulla e pubblicata nel 1969.
Vincitore della borsa di studio dell’Accademia di Villa Massimo a Roma,
Brinkmann trascorse, dal 1972 al 1973, un anno nella capitale romana. Di quel
soggiorno è testimonianza Rom. Blicke (“Roma. Sguardi”), pubblicazione
apparsa postuma (Rowohlt 1979). Nel 1974 Brinkmann fu a Austin (Texas),
invitato a tenere lezioni universitarie. Il 23 aprile 1975, di ritorno da un
reading al Cambridge Poetry Festival, Rolf Dieter Brinkmann morì a Londra,
travolto da un’automobile davanti al pub “Shakespeare”, mentre tentava di
attraversare la strada (Westbourne Grove).
I testi
proposti nella mia traduzione abbracciano un arco di tempo che va dal 1959 al
1970.
Anna
Maria Curci, 23 aprile 2025
Non far crollare
il ronzino
sotto i pesi
di vento e
pietre
è di nuovo primavera
hanno appeso agli
alberi
i vecchi fagotti di
stracci dei
desideri, i gatti
hanno scoperto di
nuovo il loro
amore per gli
uccelli canori
e tutte le ricchezze
di un
tempo vengono
rivalutate
come tavoli
sedie, tubi delle
stufe
sella il ronzino
Ronzinante
tu non hai
dimenticato
la promessa
dell’amore:
mantienila
con le bandiere
bianche
della gioia
i bambini aspettano
te già in tutte le
strade: gira per il
paese e dividi
il tuo regno tra i
miti
ti rimane ancora
pur sempre troppo
emana la legge
contro il dileggio del mondo
e contraddici ogni
metafisica
se poi dovessero
aver ragione
con la loro
affermazione, che tu saresti diventato
troppo vecchio?
guarda –
all’aperto
banchettano
gli uccelli, i gatti
hanno ottenuto
l’assoluzione
e il cuculo ha
beneficiato
dell’amnistia
tu esci di nuovo a
cavallo
e annunci il re
povero alle dame
duca
cavaliere
folle
Rolf Dieter
Brinkmann
(traduzione di Anna
Maria Curci)
Aufforderung
an den Ritter de la Mancha
Laß das Pferdchen
nicht zusammenbrechen
unter den Lasten
von Wind und
Steinen
wieder ist Frühling
sie haben die alten Lumpenbündel der
Sehnsüchte in die Bäume
gehängt, die Katzen
entdeckten ihre
Liebe zu den
Singvögeln aufs neue
und alle einstigen
Reichtümer werden
wieder aufgewertet
wie Tische
Stühle, Ofenröhre
sattle das Pferdchen Rosinante
du hast das Versprechen
der Liebe nicht
vergessen: löse es ein
mit den weißen Fahnen
der Freude
die Kinder erwarten
dich schon in allen
Strassen: zieh übers
Land und teil
dein Reich auf unter den Sanftmütigen
es bleibt dir noch
immer zu viel
erlaß das Gesetz wider den Spott der Welt
und widersprich aller Metaphysik
sollten sie denn Recht behalten
mit ihrer Behauptung, du seist zu alt
geworden? sieh –
im Freien tafeln
die Vögel, die Katzen
erhielten die Lossprechung
und der Kuckuck fiel
unter Amnestie
du reitest wieder aus
und verkündest den armen
König den Damen
Herzog
Ritter
Narr
Rolf Dieter
Brinkmann
(in: Don Quijotte auf dem Lande. Gedichte 1959-1961 in: R.D.B., vorstellung
meiner hände. Frühe Gedichte, herausgegeben von Maleen Brinkmann, Rowohlt
2010, pp. 30-31)
Della concretezza di una poesia (1962)
Il
colore
dell’inchiostro
è azzurro intenso
il
pennino d’acciaio
scrive
le parole
sulla
carta bianca
la grammatica
applicata non contiene
nulla
sulle previsioni del tempo
e non
ascrive
al volo
degli uccelli la formula segreta
di
essere più leggeri della malinconia senza regola
è
disposto il paesaggio
la
clorofilla è senza pecche gli
alberi nascondono
alla
lingua esistente
i luoghi selvaggi
interni
con il pennino
d’acciaio scrivo
le parole sulla
carta
bianca il colore
dell’inchiostro è
azzurro intenso
Rolf Dieter
Brinkmann
(traduzione di Anna
Maria Curci)
Von der
Gegenständlichkeit eines Gedichtes
Die Farbe
der Tinte ist königsblau
die Feder aus Stahl
schreibt die Worte
auf das weiße Papier
die angewandte Grammatik enthält nichts
über Wetteraussichten
und sie mißt dem
Vogelflug nicht die geheime Formel bei
leichter zu sein als die Schwermut ohne Regel
ist die Landschaft angeordnet das
Blattgrün ist fehlerlos die
Bäume verbergen der
vorhandenen Sprache
die innere Wildnis
mit der Feder
aus Stahl schreibe ich
die Worte auf das weiße
Papier die Farbe
der Tinte ist
königsblau
Rolf Dieter Brinkmann
(in: Ihr nennt es Sprache. Achtzehn Gedichte, Willbrand,
Leverkusen 1962)
Autoritratto al supermercato (1967)
In una
grande
vetrata del super-
mercato mi vengo
incontro, così come sono.
La botta che arriva non
è la botta attesa
ma la botta mi colpisce
tuttavia. E io proseguo
finché non sto dinanzi a una parete
spoglia e non so cosa
fare.
Lì più tardi qualcuno
verrà poi di certo a
prendermi.
Rolf Dieter Brinkmann
(traduzione di Anna Maria Curci)
Selbstbildnis
im Supermarkt
In einer
großen
Fensterscheibe des Super-
markts komme
ich mir selbst
entgegen, wie ich bin.
Der Schlag,
der trifft, ist
nicht der erwartete Schlag
aber der Schlag trifft mich
trotzdem. Und
ich geh weiter
bis ich vor
einer kahlen
Wand steh und nicht weiter
weiß.
Dort holt
mich später dann
sicher jemand
ab.
Rolf Dieter Brinkmann
(in: Standphotos.
Gedichte 1962-1970, Rowohlt 1980)
Uno di quei classici (intorno
al 1970)
tanghi neri a Colonia, alla fine del
mese di agosto, quando l’estate è già
tutta coperta di polvere, poco dopo la chiusura
dei
negozi dalla porta aperta di una
osteria buia, che appartiene a un
greco, sentire quel tango è quasi
un miracolo: per un attimo una
sorpresa, per un attimo
rifiatare, per un attimo
una pausa in questa via
che nessuno ama e che toglie
il fiato, percorrendola. Io
questo ho annotato rapidamente prima
che l’attimo nel dannato
torpore caliginoso di Colonia
di nuovo svanisse.
Rolf
Dieter Brinkmann
(traduzione
di Anna Maria Curci)
Einen jener
klassischen
schwarzen
Tangos in Köln, Ende des
Monats August, da der Sommer schon
ganz
verstaubt ist, kurz nach Laden
Schluß aus der offenen Tür einer
dunklen
Wirtschaft, die einem
Griechen gehört, hören, ist beinahe
ein Wunder:
für einen Moment eine
Überraschung, für einen Moment
Aufatmen, für
einen Moment
eine Pause in dieser Straße,
die niemand
liebt und atemlos
macht, beim Hindurchgehen. Ich
schrieb das
schnell auf bevor
der Moment in der verfluchten
dunstigen
Abgestorbenheit Kölns
wieder erlosch.
Rolf Dieter Brinkmann
(in: Westwärts 1.
Gedichte. Erweiterte Neuasgabe,
Rowohlt 2005, p. 35)
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