martedì 22 aprile 2025

Rolf Dieter Brinkmann

 

 La prima puntata della rubrica “Da altre lingue, in altre lingue” è dedicata, nel 50° anniversario della morte, avvenuta il 23 aprile 1975, a Rolf Dieter Brinkmann.

Nato a Vechta, nel Land della Bassa Sassonia, il 16 aprile 1940, Rolf Dieter Brinkmann lasciò il liceo prima di aver conseguito il diploma e iniziò un percorso di formazione professionale come libraio a Essen, dove conobbe Maleen Kramer, con la quale, a partire dal 1962, si trasferì a Colonia, città amata e odiata dal poeta. Nel 1964 la coppia si sposò e nello stesso anno nacque il loro figlio Robert. Dopo un esame (la “Begabtenprüfung”) che consentiva a persone di talento di accedere allo studio universitario anche in assenza di un diploma di maturità, Brinkmann si iscrisse al corso di studi in pedagogia, ma presto scelse di dedicarsi interamente alla scrittura. A partire dal 1965, diversi soggiorni a Londra lo misero in contatto con la poesia angloamericana. Se nella sua prosa degli inizi si colgono le influenze del Nouveau Roman, in tutta la sua produzione successiva al 1965, sono rintracciabili quelle dell’ambiente underground statunitense, di cui si occupò nell’antologia Acid. Neue amerikanische Szene. L’antologia, curata da Rolf Dieter Brinkmann insieme a Ralf-Rainer Rygulla e pubblicata nel 1969. Vincitore della borsa di studio dell’Accademia di Villa Massimo a Roma, Brinkmann trascorse, dal 1972 al 1973, un anno nella capitale romana. Di quel soggiorno è testimonianza Rom. Blicke (“Roma. Sguardi”), pubblicazione apparsa postuma (Rowohlt 1979). Nel 1974 Brinkmann fu a Austin (Texas), invitato a tenere lezioni universitarie. Il 23 aprile 1975, di ritorno da un reading al Cambridge Poetry Festival, Rolf Dieter Brinkmann morì a Londra, travolto da un’automobile davanti al pub “Shakespeare”, mentre tentava di attraversare la strada (Westbourne Grove).

I testi proposti nella mia traduzione abbracciano un arco di tempo che va dal 1959 al 1970.

 

Anna Maria Curci, 23 aprile 2025


 Esortazione al cavaliere della Mancia (tra il 1959 e il 1961)

 

Non far crollare

il ronzino

sotto i pesi

di vento e

pietre

 

è di nuovo primavera

hanno appeso agli alberi

i vecchi fagotti di stracci dei

desideri, i gatti

hanno scoperto di nuovo il loro

amore per gli

uccelli canori

e tutte le ricchezze di un

tempo vengono

rivalutate

come tavoli

sedie, tubi delle stufe

 

sella il ronzino Ronzinante

tu non hai dimenticato

la promessa

dell’amore: mantienila

con le bandiere bianche

della gioia

i bambini aspettano

te già in tutte le

strade: gira per il

paese e dividi

il tuo regno tra i miti

ti rimane ancora

pur sempre troppo

emana la legge contro il dileggio del mondo

e contraddici ogni metafisica

se poi dovessero aver ragione

con la loro affermazione, che tu saresti diventato

troppo vecchio? guarda –

all’aperto banchettano

gli uccelli, i gatti

hanno ottenuto l’assoluzione

e il cuculo ha beneficiato

dell’amnistia

 

tu esci di nuovo a cavallo

e annunci il re

povero alle dame

 

duca

cavaliere

folle

 

Rolf Dieter Brinkmann

(traduzione di Anna Maria Curci)

 

 

Aufforderung an den Ritter de la Mancha

 

Laß das Pferdchen

nicht zusammenbrechen

unter den Lasten

von Wind und

Steinen

 

wieder ist Frühling

sie haben die alten Lumpenbündel der

Sehnsüchte in die Bäume

gehängt, die Katzen

entdeckten ihre

Liebe zu den

Singvögeln aufs neue

und alle einstigen

Reichtümer werden

wieder aufgewertet

wie Tische

Stühle, Ofenröhre

 

sattle das Pferdchen Rosinante

du hast das Versprechen

der Liebe nicht

vergessen: löse es ein

mit den weißen Fahnen

der Freude

die Kinder erwarten

dich schon in allen

Strassen: zieh übers

Land und teil

dein Reich auf unter den Sanftmütigen

es bleibt dir noch

immer zu viel

erlaß das Gesetz wider den Spott der Welt

und widersprich aller Metaphysik

sollten sie denn Recht behalten

mit ihrer Behauptung, du seist zu alt

geworden? sieh –

im Freien tafeln

die Vögel, die Katzen

erhielten die Lossprechung

und der Kuckuck fiel

unter Amnestie

 

du reitest wieder aus

und verkündest den armen

König den Damen

 

Herzog

Ritter

Narr

 

Rolf Dieter Brinkmann

(in: Don Quijotte auf dem Lande. Gedichte 1959-1961 in: R.D.B., vorstellung meiner hände. Frühe Gedichte, herausgegeben von Maleen Brinkmann, Rowohlt 2010, pp. 30-31)


 

 

Della concretezza di una poesia (1962)

 

Il colore

dell’inchiostro è azzurro intenso

il pennino d’acciaio

scrive le parole

sulla carta bianca

 

la grammatica applicata non contiene          

nulla sulle previsioni del tempo

e non ascrive

al volo degli uccelli la formula segreta

di essere più leggeri della malinconia senza regola

è disposto il paesaggio

la clorofilla è senza pecche gli

alberi nascondono alla

lingua esistente

i luoghi selvaggi interni

 

con il pennino

d’acciaio scrivo

le parole sulla carta

bianca   il colore

dell’inchiostro è

azzurro intenso

 

Rolf Dieter Brinkmann

(traduzione di Anna Maria Curci)

 

 

Von der Gegenständlichkeit eines Gedichtes

 

Die Farbe

der Tinte ist königsblau

die Feder aus Stahl

schreibt die Worte

auf das weiße Papier

 

die angewandte Grammatik enthält nichts

über Wetteraussichten

und sie mißt dem

Vogelflug nicht die geheime Formel bei

leichter zu sein als die Schwermut ohne Regel

ist die Landschaft angeordnet das

Blattgrün ist fehlerlos die

Bäume verbergen der

vorhandenen Sprache

die innere Wildnis

 

mit der Feder

aus Stahl schreibe ich

die Worte auf das weiße

Papier die Farbe

der Tinte ist

königsblau

 

Rolf Dieter Brinkmann

(in: Ihr nennt es Sprache. Achtzehn Gedichte, Willbrand, Leverkusen 1962)


 

Autoritratto al supermercato (1967)

 

In una
grande
vetrata del super-

 

mercato mi vengo
incontro, così come sono.

 

La botta che arriva non
è la botta attesa
ma la botta mi colpisce

 

tuttavia. E io proseguo

 

finché non sto dinanzi a una parete
spoglia e non so cosa
fare.

 

Lì più tardi qualcuno
verrà poi di certo a

 

prendermi.

 

Rolf Dieter Brinkmann

(traduzione di Anna Maria Curci)

 

 

Selbstbildnis im Supermarkt

 

In einer
großen
Fensterscheibe des Super-

 

markts komme ich mir selbst
entgegen, wie ich bin.

 

Der Schlag, der trifft, ist
nicht der erwartete Schlag
aber der Schlag trifft mich

 

trotzdem. Und ich geh weiter

 

bis ich vor einer kahlen
Wand steh und nicht weiter
weiß.

 

Dort holt mich später dann
sicher jemand

 

ab.

 

Rolf Dieter Brinkmann

(in: Standphotos. Gedichte 1962-1970, Rowohlt 1980)


 

Uno di quei classici (intorno al 1970)

 

tanghi neri a Colonia, alla fine del
mese di agosto, quando l’estate è già

 

tutta coperta di polvere, poco dopo la chiusura dei
negozi dalla porta aperta di una

 

osteria buia, che appartiene a un
greco, sentire quel tango è quasi

 

un miracolo: per un attimo una
sorpresa, per un attimo

 

rifiatare, per un attimo
una pausa in questa via

 

che nessuno ama e che toglie
il fiato, percorrendola. Io

 

questo ho annotato rapidamente prima
che l’attimo nel dannato

 

torpore caliginoso di Colonia
di nuovo svanisse.

 

Rolf Dieter Brinkmann

(traduzione di Anna Maria Curci)

 

 

Einen jener klassischen

 

schwarzen Tangos in Köln, Ende des
Monats August, da der Sommer schon

 

ganz verstaubt ist, kurz nach Laden
Schluß aus der offenen Tür einer

 

dunklen Wirtschaft, die einem
Griechen gehört, hören, ist beinahe

 

ein Wunder: für einen Moment eine
Überraschung, für einen Moment

 

Aufatmen, für einen Moment
eine Pause in dieser Straße,

 

die niemand liebt und atemlos
macht, beim Hindurchgehen. Ich

 

schrieb das schnell auf bevor
der Moment in der verfluchten

 

dunstigen Abgestorbenheit Kölns
wieder erlosch.

 

Rolf Dieter Brinkmann

(in: Westwärts 1. Gedichte. Erweiterte Neuasgabe, Rowohlt 2005, p. 35)


Nessun commento:

Posta un commento