domenica 20 aprile 2025

TELEFONICA, la rubrica delle pagine bianche - a cura di Valerio De Nardo

 

“Tenere una rubrica”, per chi ha una certa età, è un’espressione che può rimandare a quei libricini fatti di nomi e numeri di telefono, oggi smaterializzati in app scaricate negli smartphone, dalla cui memoria richiamare - rapidamente e senza utilizzare la propria - l’associazione tra un nome e alcune cifre. Nomi e numeri che trovavi in elenchi, in pagine gialle o poi bianche nella forma di transizione su internet.

Così, a base di rubriche telefoniche, siamo arrivati alle pagine bianche, l’ossessione suprema di chiunque scriva, anzi vorrebbe scrivere.

All’inizio del 2008, all’incirca un anno e mezzo dopo essere diventato, grazie al mio primo romanzo, il nuovo beniamino delle lettere americane, fui colpito da un terribile blocco dello scrittore, una sindrome che sembra piuttosto diffusa tra gli autori baciati da un successo istantaneo e clamoroso, scrive Joel Dicker nelle pagine iniziali de La verità sul caso Harry Quebert.

Oggi Dicker sta in testa alle classifiche e non pare proprio soffrire della sindrome delle pagine bianche, che deve necessariamente affliggere lo scrittore, anche se certo Simenon o Camilleri certo non paiono averne sofferto, per non parlare di Maurizio De Giovanni.

Sulla base di queste riflessioni nasce dunque Telefonica, la rubrica delle pagine bianche, un esercizio ozioso per riempire pagine bianche anche quando non si ha nulla da dire.

 

Volti alla ricerca

di piccoli onori,

autori minori

vergano furori

su pagine sudate.

Accogliamoli,

coccoliamoli,

consoliamoli.

   

 

Nessun commento:

Posta un commento