sabato 21 giugno 2025

A SUD DI OGNI ALTROVE OSSIA L'ANIMO DEL POETA: Salvatore Toma - A CURA DI LUCIA TRIOLO

 

Non ti credo
ma c’è chi giura che esisti,
forse non ti so cercare
o rassegnarmi a cadere
e tu giochi a nasconderti
non ti fai trovare,
sembriamo
due strani innamorati
ma io ti sento
qui alle mie spalle,
a volte mi sento toccare.

 

Salvatore Toma , Il Canzoniere della morte

(Quad. XIX, 12)

 

L'anima del poeta percepisce, oltre la sostanza e anche oltre la forma, un quid di inafferrabile, inaccessibile con cui deve fare i conti inabissandosi nella profondità misteriosa di un tocco che avverte ma di cui non sa la fonte.

Salvatore Toma, salentino (Maglie 1961/1987), dialoga con qualcosa o con qualcuno: Dio, la morte, l'amore, l'anima, l'io, il piacere, il dolore, il senso?

Mi è piaciuto proporlo proprio per l'ignoto in cui immerge chi legge. Quasi un invito, da parte del poeta, ad immedesimarsi in un travaglio interiore da cui è impossibile venire a capo, ma a cui è impossibile sottrarsi.

Un incessante, spasmodico frugare dentro ignote origini, direi, per nulla estraneo al destino di chi vive la poesia (e capta il lettore) dalla marginalità di orizzonti non scontati che ognuno, di volta in volta, è tratto a schiudere. Il sospetto da fugare, è che, in ultima analisi, il vero interlocutore che gioca con noi a nascondino, non sia altro che la nostra immagine incrostata dentro lo specchio dell’ anima. Un riflesso del sé.








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