Parole su parole si costruiscono tante cose: identità; memoria; sogni e desideri.
Ogni mia parola ha un posto e un ruolo ora cristallizzato e cristallino, ora fluttuante e nebuloso e, se non cambiano i significati, cambiano gli echi che suscitano nel mio cuore concavo e il rumore che sanno fare, anche se appena sussurrate.
Le parole che abito ogni giorno sono parole consuete, ordinarie, poche e incisive.
Casa
Finestra
Specchio
Bacio
Chiavi
Tempo
Buonanotte
Ho già scritto le mie oziosità in merito alle prime tre e adesso sono arrivata al punto in cui mi chiedo cosa posso dire a proposito di un bacio.
"Ti bacio" lo dico spesso per concludere una telefonata, un messaggio, un contatto qualunque.Sono generosa nel dare baci e lo sono perché ne ho sempre ricevuti tanti. Mio padre mi ha sempre riempito le guance di baci e io faccio lo stesso con mio figlio. Baciarsi è un gesto primitivo e tenero, delicato e viscerale e a fior di labbra si comunica l'amore che non trova mai le parole giuste per darsi e dirsi interamente.
E poi ci sono i primi baci che stanno all'amore come il Big bang sta all'universo; i baci rubati, buoni da ricordare quando sale la noia e la vita fa male nella sua banalità; i baci dati distrattamente, sale in eccesso che impedisce il giusto drenaggio di emozioni appassite; i baci attenti, sale q.b per condire la quotidianità.
Ci sono baci buoni come caramelle; sostanziosi come pane; freschi come acqua.
Sono tanti e mai abbastanza i baci da dare e fanno sempre bene, tranne quando sono distratti, quelli sono da smaltire a poco a poco con altrettanti baci attenti. Ma dove finiscono tutti i baci del mondo?
Restano sulle labbra, sotto la lingua, tra i denti, poco a poco, nel tempo diventano
parole buone e sorrisi, versi maldestri e desideri, favole nuove da raccontare a chi ci dorme accanto.
Eppure
esiste
l'astuta verità dei baci
dati per non dire
la verità bugiarda
dell'amore
che intero non si dà
per non morire.

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