IL NOSTRO PRIMO INCONTRO
Del nostro
primo
incontro
ricordo tutto,
è
scolpito
sulla mia
pelle, nel
mio stomaco:
l'incrocio
degli
sguardi
incerti
la prossemica
altalenante
il mi butto e le
parlo o
fingo
indifferenza
per colpire.
Gli occhi che
Perlustrano
in una
ecografia
puntigliosa
ogni
centimetro
di corpo
visibile al di fuori
delle vesti.
Il sorriso prima
timido
poi via via
convinto
che supera la
barriera
dell'essere
due estranei
destinati ad amarsi.
POESIA EDITA DI LAURA PIERDICCHI
CONTATTO
mi mette una mano sul fianco -
aperto un sorriso da ciac
l’aria bonaria o pressapoco.
Ora sento freddo
un brivido intenso
di gamba in gamba
sulla schiena e più su -
assalto malarico.
Poi muove la bocca.
Le parole – eco di stretta
gola di rupe montana
mi fendono il cranio.
Eppure persuasa
in ovatta accogliente
dolcezze e moine
appagata – partecipe
di onde fraterne
avevo creduto.
POESIE INDEDITE DI LUCIA LO BIANCO
Mediterraneo
(Al
“Mare Nostrum” e a tutti i morti in mare)
Cominciò così, viaggio
tra le onde,
tra parole scomposte di
fuga sicura
e uomini scuri dalle mani
grandi.
Cominciò: scalpitio di
passi stanchi
fino a rive vergini di
sabbie bianche,
barche profonde e scure
come notte,
un vuoto abisso e false
ricorrenze.
Urla e parole senza
lingua né colore,
sensi smarriti in giorni
senza luce
e buie lanterne nascoste
ai marinai.
Ricordo ancora quei segni
sulla carne,
le cicatrici marchiate
rosso fuoco
e odori acri di stracci
trasparenti
tirati a forza su corpi
inesistenti.
E in lontananza, poi, le
amiche stelle
e i verdi prati e le
distese di speranze,
occhi curiosi di chi
viaggia con il vento
tra bianche torri e
finestre illuminate.
Continuò così, mare
dipinto da abile pittore,
sonni tranquilli e
risvegli tormentati,
corpi disfatti da attese
all’imbrunire,
vite stracciate sui
brandelli dell’ignoto.
Non era nostro quel mare
immaginato
che si tingeva di anime
innocenti,
non eran nostri i morbidi
fondali
che preparavano un letto
nell’eterno.
Finì così quel volo in
cielo senza ali,
troppo vicino al sole e
al suo calore,
la nostra vita dissolta
senza scampo
seguiva Icaro e un sogno
di salvezza.
Nel vostro cielo
(Ai miei genitori,
il mio ricordo più bello)
Vola
leggero e nitido il ricordo
di
quei sorrisi che sfioravan la mia sera
e
conducevano le briglie dei miei sogni,
quella
materia impalpabile di seta.
E
nelle notti di turbe e fantasie
era
il tuo manto di mamma a confortare
mentre
di padre lucida parola
restituiva
logica alla nebbia.
Ripercorrevo
il giorno i vostri passi
e
pennellavo di luce le mie ore,
ancora
adesso mi manca la miscela
formula
magica delle trame più distorte.
Ora
che gli anni dispersi tra le foglie
han
costruito e temprato la mia pelle
ripenso
forte e decisa al vostro viso
e
alla dolcezza di occhi mesti e stanchi.
Ora
che adulta mi scontro con il tempo
in
un agone d’improbabile vittoria,
è
la memoria di voi e del vostro sguardo
che
mi accompagna al chiarore della luna.
Ma
sarà il sole, il calore più profondo,
a
disegnare di luce e d’armonia
il
mio ricordo: volerà con le sue ali
e
abiterà felice il vostro cielo.
Nessun commento:
Posta un commento