sabato 21 giugno 2025

ANGOLO DI (RI)SCATTO: Il luogo che resta - a cura di Angela Caccia

 

Una casa è più di un luogo: ci contiene intimamente. Non è solo l'estetica o il riflesso di un carattere. È molto di più. Ma, soprattutto, diventa tale quando - parodiando Saint’Exupéry  -si lascia addomesticare, solo allora la senti amica, un prolungamento di te.

È il posto incantato dove le ciabatte hanno un ruolo cruciale: nessuna come loro sa raccontare il tuo star bene. Fuori dalla porta lasci maschere dovute e quotidiane ma, all’interno, sei la tua nudità. Come un felino, spargi odori, raddrizzi un quadro, accarezzi ninnoli: delimiti il tuo regno, la tua regalità.

A pensarci bene, la tua casa si espande in quel paese che l'anima costruisce laboriosamente. È dentro, sempre con te, come un santino nel portafoglio.

È anche un contenitore dell'accaduto, un memoriale di persone, il diario di un quotidiano. La senti solida e tua perché eretta con frammenti di tempo e di vissuto.

Oggi vivo con marito e figli la “mia” casa. Molti anni fa – molti! – abitavo, con genitori e fratello, una piccola casa in affitto, un po’ umida. L'ho rivista di recente. Non ha più arredamento né quei profumi, ancora così accesi nel mio olfatto. Ma ho ritrovato l'angolo della bambola, il corridoio dove scorrazzavo in bici, un balcone che s'accendeva di primavera, e su tutto... un sorriso di padre.

Non abito più in quella casa. Eppure, lei continua ad abitare me.


Mostrami il doppio della felicità

lo schianto di luci nelle tenebre

il sole del grano alto

l’albero che resiste all’ascia

le impronte di volpi sulla neve

– tracce indistinte di incontri – e ti dirò

        dello stesso e del mutevole

        di un tempo straniero che cresce in petto

        del cuore che va lavato di tanto in tanto

        di dolori che scavano strade nel sonno

        del fiato che ci vuole

        per non restare intrusi a sé stessi


(da L'alveare assopito - Fara 2022)




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