domenica 20 aprile 2025

DEL MIO DIRE QUOTIDIANO: Casa - a cura di Doris Bellomusto

 

 Parole su parole si costruiscono tante cose: identità; memoria; sogni e desideri.

Ogni mia parola ha un posto e un ruolo ora cristallizzato e cristallino ora fluttuante e nebuloso e, se non cambiano i significati, cambiano gli echi che suscitano nel mio cuore concavo e il rumore che sanno fare, anche se appena sussurrate.

Le parole che abito ogni giorno sono parole consuete, ordinarie, poche e incisive.

Casa

Finestra

Specchio

Bacio

Chiavi

Tempo

Buonanotte

 

Sono esempi banali e da questi esempi voglio cominciare.

Casa è una parola prima. Se esistono i numeri primi, numeri naturali maggiori di uno e divisibili solo per se stessi, esisteranno anche le parole prime, parole ricevute in dono e destinate ad annidarsi nella doppia elica del nostro DNA che lo si voglia o no.

Casa è per me radice e tronco, nido e tana. Non è una cosa, ha un'anima.

La prima casa è quella dell'infanzia, quella che ci conosce figli, che sembra grande grande fino a quando noi siamo ancora piccoli e poi ci stringe e spinge via in cerca di strade e cieli aperti.

Poi ci sono le case in affitto, quelle condivise con gente estranea che poi con un pizzico di fortuna diventa quasi famiglia.

Arrivano puntuali per molti le case abitate in due e riempite di sogni e desideri e poi la casa “propria”, di proprietà, acquistata con sacrifici e gioia, con mutuo trentennale e definitiva incoscienza.

Casa mia mi somiglia.

Cambiano le cose

ad ogni istante

con piccoli tremori

tradiscono sempre

la parvenza e l'attesa.

 

Io non conosco casa

trasparente e immota

né occhi tristi

né sorrisi amari

che non nascondano

speranza disattesa.

 

Abito casa mia

con allegria incosciente,

ignoro il ragno,

il tarlo e tutto il tempo

nascosto nelle travi.

 

Cambiano le cose

all'improvviso,

oggi ho il viso buono

di chi sa che il mare

ogni notte è nero.

 

Ci abitiamo in tre, anzi in quattro, se contiamo il gatto.

È un mondo striminzito, ma mi sta a pennello.

Quando mi sono innamorata di questa casa, non ho pensato a lungo, mi sono innamorata di dettagli e come davanti ad ogni grande amore mi sono abbandonata.

Hic et nunc, mentre scrivo, io sento di essere al mio posto, fra le mie piante e i miei libri, fra i miei affetti e i miei difetti.

Antica e storta come le travi che la reggono, sempre un poco incerta di fronte al futuro, colorata, esposta.

 

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