ANNALISA TEODORANI (L’asasòin d’una pavaiòta, L’assassino di una
falena)
È pensiero diffuso dai più, non sempre a
ragione, che la poesia sia soprattutto concisione, sintesi, asciuttezza del
verso. Bastano poche, precise parole per raccontare un’emozione, un mondo.
Annalisa Teodorani, autrice in lingua romagnola, conosce bene quest’arte. Ha
dato e continua a dare prove eccellenti in tal senso, siano da esempio i pochi
testi che pubblichiamo. Si noti, nella prima poesia (Selvatica) la grazia con la quale l’autrice descrive la capacità
di immedesimarsi con gli elementi della natura, e nello stesso tempo di
distinguersi per l’umana consapevolezza della morte. E nella seconda (La ballata delle ombre) la naturalezza
con la quale Annalisa riporta uno dei tòpoi più comuni della poesia in
dialetto: il dialogo diretto con le proprie ombre, coi propri morti. Il terzo
testo riportato (L’assassino di una
falena) è icastico, fulminante. Attenzione, sembra ammonirci la Teodorani,
ogni assassino lascia un’impronta di sé, non solo gli assassini delle falene
evidentemente. Sta a noi vigilare sulle innumerevoli violenze, piccole o
grandi, che ci circondano. Quasi un richiamo etico, a mio avviso, a significare
quanto si possa dire con soli due versi.
Annalisa Teodorani è degna erede di una tradizione di poesia dialettale che ha il suo fulcro nel suo paese natale, Sant’Arcangelo di Romagna. Un paese che ha dato luce a fondamentali autori del 900 quali Giuliana Rocchi, Tonino Guerra, Raffaello Baldini, Nino Pedretti, Gianni Fucci.
(Alfredo Panetta)
Saibàdga
Me a so
saibàdga
cumè
l’érba ch’la crès ti fóss
cumèe’vént,
dal vólti acsèzgudébbli,
ch’e’
va do ch’u i pèr
e u n
làsastègnént.
Saibàdgacumè
chi chènbràch
ch’i
córr, i córr, i va dalòngh
e
niséun u l sa do ch’i va a murói.
Sla
diferénza che mu me, par murói,
dal
vólti u m bàstastèdisdòisòura una scaràna
e
guardè la nòiva ch’la frólla te zìl.
Selvatica
Io sono
selvatica/ come l’erba che cresce nei fossi/ come il vento, a volte così
antipatico,/ che va dove gli pare/ e non lascia stare nulla./ Selvatica come
quei cani randagi/ che corrono, corrono, vanno lontano/ e nessuno sa dove
vadano a morire./ Con la differenza che a me, per morire,/ a volte basta stare
seduta sopra una sedia/ e guardare la neve che frulla nel cielo.
La
balèda dagli òmbri
Ò
ciàpcunfidénza s’agli òmbridlachèsa
agli è
a lè ch’a l m’aspétta
quant a
tòurni, la sàira.
A vagh
tal càmbri e lòu a l va vì
però a
l m’aspétta, aspétta d’impì.
Spèsa
la pórta, spèsa la tènda
a l
zùga tra ‘d lòu, a l zùga sa me.
A i ò
ciapègóst, a m so imbastardóid
a so
dvént un’òmbra ch’la córr te curtóil.
La
ballata delle ombre
Ho
preso confidenza con le ombre della casa/ sono lì che mi aspettano/ quando
torno, la sera./ Vado nelle camere e loro spariscono/ però mi aspettano,
aspettano in piedi.// Dietro la porta, dietro la tenda/ giocano tra di loro,
giocano con me./ Ci ho preso gusto, mi sono imbastardito/ sono diventato
un’ombra che corre nel cortile.
L’asasòin
d’una pavaiòta
L’asasòin
d’una paviòta
e làsa
in zóirimpròuntiarzantèdi.
L’assassino di una falena
L’assassino
di una falena/ lascia in giro impronte argentate.
Annalisa Teodorani è nata Rimini nel 1978 , vive a Santarcangelo di Romagna. Ha all’attivo sei pubblicazioni poetiche: “Par sénzagnént” (1999 e 2013), “La chèrta da zugh” (2004), “Sòta la guàza” (2010), “La stasòun dagli amòuribiénchi” (2014), “Nient’altro che parole” (ebook Feltrinelli 2016), “S’un fiòur tra i cavéll”, (2022). È compresa in saggi e antologie di portata nazionale e non solo tra cui: “Poeti in romagnolo del secondo Novecento”, “Dizionario dei poeti dialettali romagnoli del Novecento”, “Italia a pezzi” e nell’antologia in lingua inglese “Poets from Romagna”. Negli anni ha attivato collaborazione con artisti, partecipando a festival e rassegne letterarie anche fuori Regione.
Nessun commento:
Posta un commento