LA VOCE DEL LAVORO (Fabio Franzin)
Marta l’à quarantatrè àni./ Da vintizhinque ‘a grata/ cornise co’a carta de vèro...
Marta ha quarantatre
anni./ Da venticinque leviga cornici col tampone...). Ci proietta direttamente
nella realtà nuda e cruda della fabbrica questo testo di Fabio Franzin, uno dei
maggiori autori dialettali, e non solo, del panorama poetico nazionale. Franzin
si esprime nel dialetto veneto dell’Opitergino-Mottense, provincia di Treviso.
La poesia fa parte della raccolta Fabrica (Ed. Atelier, Borgomanero 2009), un libro
monotematico e corale, come il titolo lascia supporre. Fabio Franzin non si
limita a denunciare una condizione operaia sempre più precaria e declassata;
l’analisi sociale della condizione dei lavoratori è centrale ma l’autore riesce
a penetrare con acume e sensibilità nella psiche degli uomini e delle donne,
prima che lavoratori e lavoratrici. Come un vero poeta deve sapere sempre fare.
Il libro è la
summa delle vite degli operai che Franzin fa parlare in prima persona, rendendo
al massimo sulla pagina il pathos della loro umanità.
(Tuta ‘na vita/ persa a gratàr, a gratarse/ via dal corpo’a beézha...
Tutta una vita persa a grattare, a fregarsi/ via dal corpo la bellezza...).
Attraverso la frustrazione di questa donna operaia, Franzin ci racconta la parabola discendente che la fabbrica ha assunto negli ultimi decenni in Italia. Mentre negli anni del boom economico il lavoro in fabbrica rappresentava un porto ambito e sicuro per il proletariato di origine contadina, oggi quella degli operai è tra le professioni spesso ritenute usuranti e quindi poste all’ultimo gradino della scala sociale. (Quando incontra/ le sue coetanee, maestre/ o segretarie, le trova// tanto più giovani,/ le invidia quelle unghie/ così rosse e lunghe...).
Fabrica è una pietra miliare degli ultimi decenni per la poesia che si occupa del mondo del lavoro. Nella migliore tradizione di autori affermati quali Luigi di Ruscio, Ferruccio Brugnaro, Attilio Zanichelli, Alberto Bellocchio. Mi permetto a questo proposito di segnalare un romanzo fondamentale per chi volesse approfondire l’argomento: La chiave a stella di Primo Levi.
Alfredo Panetta
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