mercoledì 3 dicembre 2025

ANGOLO DI (RI)SCATTO: Quel nido sul gelso di Claudia Piccinno - a cura di Angela Caccia

 


A una prima lettura, il testo si rivela un intenso canto di nostalgia; tuttavia, sarebbe un errore ridurlo unicamente a questa emozione. Il nuovo libro di Claudia Piccinno, poetessa che si distingue ancora una volta per la sua elegante espressività e per l’autentica maestria nell’uso di parole “parlanti”, si accompagna a una sottile complessità, arricchita da contenuti profondi, sfumati.

Alcune pagine di struggente poesia civile accanto a molte dedicate alla celebrazione della natura, al suo incessante evolversi e involversi nel tempo, ad una ancestrale armonia che facilita il dialogo tra l’osservatore e il suo oggetto di contemplazione.

Sotto una lente zambraniana, tutto si riconnette all’esperienza del “sentire”, permettendo così l’accesso a dimensioni più profonde dell’esistenza. Memoria e tradizione in questo libro non sono meramente elementi del passato, ma forze vive che plasmano l’identità presente. Accanto alla natura, emerge infatti un altro tema dominante, quello dei legami familiari, perfettamente allineato con l’idea di un’eredità che può tornare pulsante attraverso il linguaggio poetico.

Visioni evocative di una penna esperta, attenta: "Il gatto alla finestra s'inebria d'azzurro che avanza. / Si dirada il nero pensiero / se scorgo il passero sul pero." Solo alcune tra le innumerevoli immagini vibranti, eppure, leggere. C’è un richiamo alla minuzia delle liriche di Luzi, dove ogni elemento naturale acquista un significato sia emotivo che spirituale. È tangibile l’influenza di Szymborska, nel tentativo di catturare l’essenza dei momenti fugaci e quella di Zanzotto, sempre attento ai cambiamenti stagionali e alle connessioni profonde con il ciclo della vita. Ma, la vera forza di questa poesia risiede in uno sguardo immediato e fortemente radicato nella realtà, tale da consentire al lettore di sentirsi immediatamente parte del paesaggio.

Leggendolo, ci si imbatte nello stesso “io leggero” di cui parla Livia Candiani - una sorta di straniamento dinanzi eventi della vita riportati nei versi-, perché l’apertura mentale sia maggiore, per una comprensione più profonda della realtà. Risuona, in tal senso, il concetto di "ragione poetica" di Zambrano, in cui la poesia si configura come una forma di rifugio e di rivelazione. Analogamente, per la filosofa, l’idea di esilio non è solo una condizione geografica, bensì una dimensione esistenziale e spirituale intrinsecamente legata al poeta. Dimensione che trova nel presente volume la sua ragion d’essere e, al contempo, un preciso slancio: l’infaticabile ricerca di un – seppure precario - luogo di appartenenza, di un "nido sul gelso", a sottolineare, non solo la luminosa ispirazione che pervade questo libro, ma anche come la poesia possa - debba - fungere da ponte tra l’individuo e l’universo.




Claudia Piccinno, insegnante, traduttrice, autrice di numerosi libri di poesia, di prefazioni e saggi critici. Ha tradotto in italiano raccolte di autori provenienti da Serbia, Turchia, Germania, Arabia Saudita, Romania, Francia, Cuba, Perù, India. Direttrice per l’Europa del World Festival Poetry fino a settembre 2021, direttrice artistica per i festival Versatili Versi e Con-versi-amo con il Mondo. È benemerita del Comune di Castel Maggiore per meriti culturali (Ape d’argento 2019), Medaglia d’oro al Frate Ilaro 2017, vincitrice Ossi di Seppia 2020, Pannunzio 2022, premio speciale per la cultura ai Murazzi Torino, 2025. Tra i premi internazionali più recenti ricordiamo Naji Naaman in Libano, Aco Karamanov in Macedonia, Ajtan Zhiti in Kosovo, il premio Ozkan Mert a Istanbul, Alessandro Magno in Grecia. I suoi libri di poesia sono stati tradotti e pubblicati in più lingue in Serbia, Macedonia, Turchia, Germania, Polonia, Francia, India, Colombia, Azerbaijan, Albania, Florida, Emirati Arabi, Marocco. Ha tenuto brevi interventi sulla poesia in alcune università di Istanbul, Belgrado e alla Cattolica di Milano.

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