mercoledì 3 dicembre 2025

MARGINI FERTILI: La pace effimera. Il bacio che sfiora la storia - a cura di Vittorio Politano

ABSTRACT INTRODUTTIVO

Nel tempo delle fratture globali, dove la parola “pace” appare sempre più simile a un’eco smarrita, l’arte ha ancora la forza di offrirci immagini capaci di ripensare ciò che la cronaca distrugge. Le premier baiser di William-Adolphe Bouguereau diventa, in questa riflessione, non un idillio lontano, ma un gesto che interroga il presente: una pace fragile, quasi biologica, che nasce dal contatto umano prima che dalla diplomazia. Questa pagina di Margini fertili intende sostare su quell’istante e lasciarlo germinare, tra analisi, poesia e risonanze interiori.


SVILUPPO DEL TEMA – La pace come infanzia del mondo

La pace è un’infanzia: non quella della cronologia, ma quella della possibilità. I bambini dipinti da Bouguereau non rappresentano semplice innocenza; essi incarnano una forma primordiale della relazione, un modo di stare nel mondo privo di armature, dove il volto dell’altro è ancora un giardino e non un confine.

Nel quadro, ogni elemento – la pelle chiara, le pose rotonde, il verde che li circonda – sembra dire che la pace non nasce dall’assenza di armi, ma dalla presenza del gesto.

Un bacio, un contatto, una mano posata sulla guancia. È in questi minimi accadimenti che il mondo potrebbe ricominciare.

Oggi, mentre l’umanità sembra oscillare tra i venti di guerra in Europa, Medioriente, Africa, e una globale stanchezza morale, quest’opera appare come un invito a reimparare il linguaggio delle cose semplici.
Una provocazione pittorica: e se la pace fosse un gesto prima ancora che una strategia?


RISONANZA POETICA – “Bacio di terra e di luce”

di Vittorio Politano

Nel grembo dell’erba giovane
due creature di lattepane
si sfiorano come albe che non conoscono colpa.

Un bacio:
così potrebbe rinascere il mondo.

Lo sa il vento del Sud,
che porta il sale dei popoli inquieti
e la memoria antica dei porti feriti.

O pace fragile,
che tremi come una fiamma
nel palmo di un bambino,
sei più vera delle fortezze,
più vasta dei discorsi,
più urgente del potere.

Abita questi volti senza storia,
questi occhi che non chiedono,
questo istante che non ferisce.

E resta.
Resta finché l’uomo – stanco del suo furore –
non ricordi che ogni guerra
muore davanti a un semplice bacio.


PROSA POESIA – Sull’orlo del presente

Vivere oggi significa camminare su terre che tremano.
La pace non è più un orizzonte, è un bordo sottile: si spezza per una scintilla, si oscura per un gesto, si nasconde dietro agli orgogli degli Stati. La vediamo fuggire come una creatura impaurita.

E tuttavia, nel quadro di Bouguereau, la pace appare come ciò che precede il linguaggio. Non parla: tocca. Non spiega: accoglie. Non divide: riconcilia.
È un invito a spogliare la vita dal frastuono dell’odio, a tornare essenziali, radicalmente umani.

L’infanzia rappresentata non è consolazione, ma memoria attiva: ci ricorda ciò che potremmo ancora essere.
E nei margini del nostro tempo – dove l’incertezza sembra regnare – proprio questa memoria può germogliare.


SINTESI E SIGNIFICATO

L’opera di Bouguereau, letta nel presente, ci consegna tre verità:

  1. La pace è un gesto, non un progetto astratto. Nasce dal volto dell’altro.
  2. L’infanzia è il luogo della possibilità: è lì che l’umanità scopre la sua vocazione alla tenerezza.
  3. L’arte custodisce ciò che la storia spesso tradisce: un modello di relazioni che non si fonda sul dominio, ma sulla vicinanza.

In un mondo frammentato, Le premier baiser non è nostalgia: è profezia.
Ci ricorda che la pace sopravvive solo se qualcuno la protegge con la delicatezza con cui si tiene tra le mani una creatura viva.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

  • A. Boime, The Academy and French Painting in the Nineteenth Century, Oxford University Press.
  • G. Dargenty, Bouguereau et son œuvre, Paris, 1891.
  • J.-L. Ferrier, L’arte e la pace nell’Ottocento europeo, Flammarion.
  • S. Settis (a cura), Arte e responsabilità del vedere, Einaudi.
  • P. Ricoeur, Il simbolo dà da pensare, Jaca Book.

SCHEDA OPERA

Titolo: Le premier baiser
Autore: William-Adolphe Bouguereau
Anno: 1868
Tecnica: Olio su tela
Stile: Realismo accademico – pittura sentimentale
Collocazione: Collezione privata / riproduzioni museali
Tema: Tenerezza infantile, nascita della relazione, innocenza come archetipo di pace.


DESCRIZIONE CRITICA

Bouguereau, raffinato interprete dell’Accademia francese, crea un’immagine che trascende la semplice rappresentazione infantile. La perfezione epidermica, la luce limpida, la compostezza dei corpi rimandano alla tradizione neoclassica; tuttavia, l’intensità del gesto introduce una dimensione moderna, psicologica, relazionale.

Il bacio non è un ornamento narrativo: è il centro semantico dell’opera.
La mano posata sulla guancia, il volto appena ruotato, la presenza del fiore – fragile e temporanea – creano una tensione emotiva che delega allo spettatore un compito: riconoscere ciò che il mondo rischia di perdere.

La scena, immersa nel verde, comunica una pace originaria, prepolitica, una condizione dell’essere prima della costruzione dei ruoli sociali. Così l’opera diventa un controcanto al nostro presente, un piccolo sacramento laico della cura e dell’incontro.

 

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