Riprendiamo la rubrica sulle voci dialettali con Nadia Mogini. Nadia appartiene a quella categoria di autori in dialetto che si esprime nell’idioma d’origine pur vivendo in un’altra regione. In realtà la Mogini è un’autrice trilingue: si esprime in dialetto perugino (Perugia è la sua città natale), in anconetano (oggi vive ad Ancona) e sporadicamente in lingua nazionale. Vi presentiamo alcune liriche scritte nei dialetti che ha frequentato, precedute da due note critiche: la prima di Manuel Cohen e la seconda tratta da un’antologia di poeti neodialettali marchigiani curata da Jacopo Curi e Fabio Maria Serpilli. In merito ai riferimenti culturali in cui gravita la sua poesia, mi permetto di citare, per essenzialità e ricerca di una lirica luminosa, il nome di un grande poeta dialettale marchigiano: Franco Scataglini. Buona lettura. Alfredo Panetta
Verticale e razionale, elegante e naturale, visionaria e, suo malgrado, sempre sorprendente per mitezza, la poesia di Nadia Mogini affronta i sentieri e i luoghi etici, morali, fisici e memoriali dell’Umbrietà come dimensione dello spirito: “La parola, n dialetto, /è l zzòno de la cosa/ che prima d’èsse idea/ scappa da drénto e vola.”, “La parola, in dialetto, /è il suono della cosa/ che prima d’essere idea/ scappa da dentro e vola.” Coniugando la levità penniana del ‘suono della cosa’ con un’acuta percezione pasoliniana e leopardiana del mondo o del ‘sogno di una cosa’, l’autrice attraversa, (o sarebbe più legittimo ipotizzare, come suggerisce sapientemente Walter Cremonte in Prefazione, che sia attraversata?) da tutto il vento di religio e di passioni dell’originaria couche linguistica perugina o umbra tout court. Lingua e luoghi pervasi da figure esemplari, marginali come “santi scorbutici e schivi”. Poesie e parole come germogli di alloro, che conservano, in nuce e per sempre l’autenticità della vita e della poesia.
Avantigiorno
Avantigiorno
scialíscon pian le stelle
sopra l Zzubàsio
stratàta sotto
svapora la pianura
e l verde scupre
pu dietr’i nuvli
l cilèste se scalàmpa
e schiazza l monte.
E tu Francesco
sè l fiòlo de stó monte
gnudo e sivèro
io v’arispíro
poggiata a la lindiéra
e nn ò da chiéde
frúscion liggére
come vèste de fata
le voci vostre.
E io le ntèndo.
Prima dell’alba
Prima dell’alba/ impallidiscono lentamente le stelle/ sopra il Subasio // sdraiata sotto/ svapora la pianura/ e il verde scopre// poi dietro le nuvole/ il celeste schiarisce/ e chiazza il monte.// E tu Francesco/ sei figlio di questo monte/ nudo e severo// io vi respiro/ appoggiata alla ringhiera/ e non devo chiedere// frusciano leggere/ come gonne di fata/ le voci vostre.// E io le comprendo.
Dialetto di Perugia
Da “Gettlíni
de linòrio” (Germogli di alloro), p.28, puntoacapo Editrice, Pasturana (Al), 2021
I
Ntó
st’Umbria ch’è selvatica
piace
quil Padreterno
che
se fa ndovinà
che
smòve l tu penzziero
che
te fa èsse òmo.
Di
qui ce tira forte
n
vento ch’arlèva i santi
co
mbòna mattería.
St’aria
ce fa n tutt’uno
col
ditto Padreterno
ncó
si lu ce se nega.
II
Bólzza
la terrra de sostanzza strambla
nti
orecchi fischia n’aria ch’à parole,
li
stesso c’èn le voci nti silenzzi
l
buio discorre fitto de sapienzza
l
giorno sòrte co na bellezza antica.
Nutricàti
cussí o santi o matti.
Umbrietà
In quest’Umbria selvatica/ piace quel
Padre Eterno/ che si fa indovinare/ che scuote il tuo pensiero/ che ti fa
essere umano./ Qui prepotente soffia/ vento che alleva santi/ con una follia
buona./ E noi fonde quest’aria/ col detto Padre Eterno/ anche se lui si nega.
II
Piena la terra di sostanza strana/
nelle orecchie fischia un’aria che ha parole/ lo stesso ci sono voci nei
silenzi/ parla fitto fitto il buio di sapienza/ nasce il giorno con una
bellezza antica.// Allevati così si diventa o santi o matti.
Dialetto di Perugia
Da “ Gettlíni de linòrio” (Germogli di
alloro), p.12, puntoacapo Editrice, Pasturana (Al), 2021
Mescíe
l’aqqua se stremolísce n tanti
chiérci
con quil zzilenzzio d’univerzzo
solo
che smòve
le armonie senzza sapéllo.
Voci
scompàgne de n cantà lontano
s’arconóscon
e fònno n contrapunto
che
s’acènde e se spénge co la grazzia
de le
lucc(io)le che rúzzon tra de loro.
Tonfo di un
sasso buca il mare da riva/ l’acqua rabbrividisce in tanti cerchi/ con quel
silenzio di universo solo/ che muove le armonie senza saperlo.// Voci diverse
di un cantar lontano/ si riconoscono e fanno un contrappunto/ che si accende e
si spegne con la grazia/
delle
lucciole che ruzzano tra loro.
Dialetto di Perugia
Da “Gettlíni de linòrio”
(Germogli di alloro), p.20, puntoacapo Editrice, Pasturana (Al) 2021
Fiòta el mare
More l’istate lenta su le gròte
e slàgrima j stradèli giò dal
monte
niscosti ntra j intreci de le
rame.
Na nebiulína a sbafi infàscia el
zzole
de n culore gialíno sbrigiulíto.
El mare, sótu, cu la voce fina,
frige sui fianchi tondi de le
barche
e s’alza n fiato de cinígia móla
sopru j acènti greghi e de
levante.
Me spètina na bava de penziero:
còfe de fiori vane pe stu mare
tante ne more drento i cavaló
da lóngo pare machie de culore
da vecíno è facie de dulore.
Fiotta il mare
Muore l’estate lenta sulle grotte/ e lacrimano i sentieri giù dal monte/ nascosti tra gli intrecci dei rami./ Una nebbiolina a sbaffi fascia il sole/ d’un colore giallino infreddolito./ Il mare, sotto, con la voce fina,/ frigge sui fianchi tondi delle barche/ e s’alza un fiato di cenere bagnata/ sopra gli accenti greci e di levante./ Mi spettina una brezza di pensiero:/ ceste di fiori vanno per questo mare/ tanti ne muoiono tra le onde/ da lontano sembrano macchie di colore/ da vicino sono facce di dolore.
Dialetto di Ancona
Da “Poeti neodialettali
marchigiani”, p.124, a cura di Jacopo Curi e Fabio Serpilli, Quaderni del
Consiglio Regionale delle Marche, 2018
Léngua adutíva
Per
me, nata oltro i monti,
n
principiu era dulóre
de
léngua furestiera.
Pò
pianu pianu
la
graziéta dei vezegiativi
la
pigrizia ruza de le parole strónghe
lo
sdopiamènto che fa sguilà le dopie
la
nina nana de le interugative
m’à
cantatu drénto
come
la léngua mia.
È
curdó de belígu, adè,
cu
sti cristiani d’aqua.
Lingua adottiva
Per me, nata oltre i monti,/ in
principio era dolore/ di lingua forestiera.// Poi piano piano/ la grazia dei
vezzeggiativi,/ la rozza pigrizia delle parole troncate/ lo sdoppiamento che fa
scivolare le doppie consonanti/ la ninna nanna delle interrogative/ mi hanno
cantato dentro/ come la lingua mia.// Sono cordone ombelicale, adesso,/ con
questa gente di mare.
Dialetto di Ancona
Da “Poeti neodialettali marchigiani”,
p.125, a cura di Jacopo Curi e Fabio Maria Serpilli, Quaderni del Consiglio
Regionale delle Marche, 2018
Nadia Mogini
è nata a Perugia, dove si è laureata in Lettere Moderne. Ha iniziato la sua
carriera di insegnante in Lombardia poi si è trasferita ad Ancona dove vive
tuttora. Molto legata alla sua città d’origine, scrive prevalentemente poesie
in dialetto perugino, ma anche in dialetto anconetano e in italiano.
Appassionata di teatro, fa parte di una compagnia amatoriale di Ancona e ha
recitato in vari lavori in dialetto anconetano e in italiano. Nel 2005 le è
stato assegnato il Premio di migliore caratterista femminile al Festival Nazionale del Dialetto
“La Guglia d’oro” di Agugliano (An).Per molti anni si è dedicata anche al canto
corale.
Con la
raccolta in perugino “Íssne” (Andarsene), Ed. Cofine, Roma, vince il 1° Premio
dei Concorsi “Città di Ischitella-Pietro Giannone” 2016 e “Isabella Morra”,
Monza Brianza 2017 e il 2° Premio del Concorso ”Salva la tua lingua locale”,
Roma 2016.
Nel 2021, con
la seconda raccolta in perugino, “Gettlíni de linòrio” (Germogli di alloro),
puntoacapo editrice, Pasturana (Alessandria) 2021, vince il 1° Premio del
Concorso “Salva la tua lingua locale” Roma.
Oltre a
quelli citati, ha ricevuto numerosi altri premi per sillogi poetiche e poesie
singole in dialetto perugino, anconetano e in italiano. Nel 2024, nell’ambito
della XIX Edizione del Premio Letterario “Poesia Onesta”(Concorso nel quale è
stata premiata più volte negli anni precedenti) le è stato assegnato il Premio
Speciale “Anna Elisa De Gregorio” oltre al 2° Premio per una silloge in
dialetto perugino. Le sue poesie sono incluse in antologie e riviste
letterarie.

Nessun commento:
Posta un commento