martedì 9 dicembre 2025

POESIA DELLO SGUARDO, LA GRAMMATURA DEI SOGNI a cura di Giancarlo Stoccoro

 

Occasioni di felicità

 Tre milioni di poeti, sei milioni di occasioni di essere felici, tre imperdibili versi.

Non trovavano le parole per dirsi ti amo, Ingeborg Bachman e Paul Celan, poeti suicidi quando si accorsero di non esistere al di fuori della loro scrittura.

Anche loro appartenevano alla grande schiera degli invisibili, ai quali la poesia aveva rubato gli occhi, tappato la bocca e legato le mani, sigillando solitudini.

Fino al secolo scorso mungeva l’inconscio, da pochi mesi ha venduto l’anima e il cuore all’intelligenza artificiale: da inconsolabile orfano ed eterno bambino il nuovo essere metafisico è a balia di ChaTGPT.

Ho scritto un solo libro ed era già scritto, la poesia si è sempre scritta da sé.

Come ogni mattina uscirò di casa e porterò sottobraccio due copie del volume con una pagina in più, una la regalerò a Elling che ha già lasciato i suoi versi sui cartoni del latte del supermercato di fronte, l’altra troverà dimora nella cabina telefonica, riadattata a bookcrossing.

 Pastore di sillabe

Quando le giornate si fanno buio, / l’ombra diserta i confini, / fa voce d’eguale, / mette i raggi al cielo/ perché pedali più in fretta.

Così tu dici, / quante parole restano sospese/ a lacrimare di solitudine, / come nuvole, / da ultimo si dissolvono/ se non fanno gregge.

Mi spingi/ a diventare pastore, / a riunire le sillabe disperse, / a farne corpo/ per assecondare la luce, / salvare con la bellezza il mondo.

 

I poeti, che brutte creature, ogni volta che parlano è una truffa, Mussolini ha scritto anche poesie… 

cantavano Francesco De Gregori e Fabrizio De André, riempiendo gli stadi. 

I poppanti saggi, gli Ungaretti che hanno compiuto quattro volte vent’anni, hanno lettori più attenti, battono i denti quando la luna non li riaccompagna a casa, contano e ricontano le occasioni felici sulle dita di una mano.

Il mio lettore è già qui, riscriveremo insieme la poesia di tre imperdibili versi.

 

 (testo  tratto da  Wolandia, polittico inedito, 2025)


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