Rose Ausländer (“rosa” come il fiore, mentre Ausländer significa “straniero” in tedesco), questo il nome d’arte scelto da Rosalie Beatrice Scherzer, nata l’11 maggio 1901 a Czernowitz (Bucovina), nell’allora impero austroungarico, morta a Düsseldorf il 3 gennaio 1988 e trasportata dalle vicende biografiche: studi, le due guerre mondiali, la ricerca di un lavoro, la fuga dall’antisemitismo, di volta in volta, a Vienna, a Budapest, a New York, poi ancora nella città natale, di nuovo a New York, infine in Germania. Singolare nelle sue raccolte di versi è la conversazione ininterrotta, solo apparentemente semplice, tra gli ‘universali’, della natura così come dello spirito. Le otto poesie che seguono, nell’originale tedesco e nella mia traduzione, ne sono un esempio. (Anna Maria Curci)
*
Mein Atem
In meinen Tiefträumen
weint die Erde
Blut
Sterne lächeln
in meine Augen
Kommen Menschen
mit vielfarbnen Fragen
Geht zu Sokrates
antworte ich
Die Vergangenheit
hat mich gedichtet
ich habe
die Zukunft geerbt
Mein Atem heißt
Jetzt
Il mio respiro
Nei miei sogni profondi
la terra piange
sangue
Le stelle sorridono
nei miei occhi
Se vengono persone
con domande multicolori
andate da Socrate
rispondo
Il passato
mi ha composto in versi
io ho
ereditato il futuro
Il mio respiro si chiama
adesso
*
Ich
bin
eine Koralle
im Meer der
Erinnerungen
und warte
auf den Wind
Prinzessin
fisch
mich auf
leg mich
um deinen Hals
Das wär
mein Glück
Io
sono
un corallo
nel mare dei
ricordi
e attendo
il vento
Principessa
pescami
su
mettimi al collo
Sarebbe
la mia fortuna
*
Mutter Sprache
Ich habe mich
in mich verwandelt
von Augenblick zu Augenblick
in Stücke zersplittert
auf dem Wortweg
Mutter Sprache
setzt mich zusammen
Menschmosaik
Madre lingua
Mi sono
tramutata in me
di attimo in attimo
smembrata fatta a pezzi
sul sentiero di parole
madre lingua
mi ricompone
mosaico di persone
*
Mutterland
Mein Vaterland ist tot
sie haben es begraben
im Feuer
Ich lebe
in meinem Mutterland
Wort
Madreterra
La mia patria è morta
l’hanno sepolta
nel fuoco
Io vivo
nella mia madreterra
la parola
*
Der Himmel
Er hat seine Masken abgelegt
Nachtwolken verbieten
den Sternen
Schwester Erde
zu sehen
Er träumt
daß sein endloses Schwarz
Trauer trägt um die Sonne
er träumt die Menschen auf Erden
die ihn blau träumen
In undurchdringlichen Dunkel
zählt er seine Wohnungen
sieben sollen es sein
aber es stimmt nicht
unendlich mehr
Er zählt unendlich
Il cielo
Ha dismesso le sue maschere
Nuvole notturne impediscono
Alle stelle
Di vedere
La sorella terra
Lui sogna
che il suo nero infinito
porti il lutto per il sole
sogna gli uomini sulla terra
che lo sognano azzurro
Nel buio impenetrabile
conta le sue abitazioni
devono essere sette
ma non è così
infinitamente di più
Lui conta all’infinito.
*
Herbst
Auch im Herbst
singen die Vögel
dies auserwählte Volk
Wir Maskenträger
haben verlernt
zu lauschen
dem Amselgespräch
und der innern Musik
Herbst
der freundliche Feind
Leg deinen Raum
in den Rahmen
der Zeit
Autunno
Anche in autunno
gli uccelli cantano
questo popolo eletto
Noi che indossiamo maschere
abbiamo disimparato
a tendere l‘orecchio
al colloquio tra merli
e alla musica interiore
Autunno
il nemico cordiale
Poni il tuo spazio
nella cornice
del tempo
*
Noch bist du da
Wirf deine Angst
in die Luft
Bald
ist deine Zeit um
bald
wächst der Himmel
unter dem Gras
fallen deine Träume
ins Nirgends
Noch
duftet die Nelke
singt die Drossel
noch darfst du lieben
Worte verschenken
noch bist du da
Sei was du bist
Gib was du hast
Ancora ci sei
Lancia in aria
la tua paura
Presto
finirà il tuo tempo
presto
il cielo crescerà
sotto l‘erba
i tuoi sogni cadranno
nel Nessundove
Ancora
profuma il garofano
il tordo canta
ancora ti è concesso amare
regalare parole
ancora ci sei
Sii ciò che sei
Dai ciò che hai
Gemeinsam
Vergesset nicht
Freunde
wir reisen gemeinsam
Besteigen Berge
pflücken Himbeeren
lassen uns tragen
von den vier Winden
Vergesset nicht
es ist unsere
gemeinsame Welt
die ungeteilte
ach die geteilte
Die uns aufblühen lässt
die uns vernichtet
diese zerrissene
ungeteilte Erde
auf der wir
gemeinsam reisen
Insieme
Non dimenticate
amici
noi viaggiamo insieme
Scaliamo montagne
cogliamo lamponi
ci lasciamo trasportare
dai quattro venti
Non dimenticate
è il nostro
mondo in comune
quello indiviso
ahi quello diviso
Che ci fa fiorire
che ci annienta
questa dilaniata
terra indivisa
sulla quale noi
viaggiamo insieme

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