Fare esperienza della poesia significa produrre sorprese conoscitive, strappare un’eco o una sonorità ai dialetti arcaici per sempre ridotti al silenzio, evocare l’inespresso delle lingue, compiere operazioni al di là dell’immediatamente comunicabile. […] Essa genera appunto dissonanze, istituisce libertà, introduce segnali provenienti da un’altra dimensione.
Girolamo Comi, poeta salentino del secolo scorso, diceva che per mezzo della poesia si attua la certezza della comunione con l’assoluto. Più si ha fede nella funzione magica della parola, meglio si risolve il dramma dato, proposto e congenito all’uomo.
La poesia, per lui, è la coscienza del divino insito in noi.
Secondo me la poesia è strumento d'introspezione, scalpello che tira via il
superfluo, torcia che illumina le tenebre perché ci aiuta a riconciliarci con
la lentezza in un mondo che va ad alta velocità, e si fa maieutica, nel senso
che gli attribuiva Socrate.
La poesia di certo interviene là dove fede e ragione non trovano
una via d'uscita e diventa come un filo di Arianna nel labirinto. E ancora la poesia ci salva dall’omologazione a cui la società globale dei
nostri tempi ci obbliga, ci palesa i limiti e le risorse, le potenzialità di
ciascuno di noi, è uno strumento necessario per riscoprire la nostra unicità. Ma non
solo.
Oltre a essere uno specchio dell'anima è lo
specchio della società che la produce o l'ignora o ancor peggio la boicotta. Nella
poesia avviene l'incontro con la bellezza e l'incontro con l'altro, fare poesia
è un esercizio per imparare ad ascoltare l’altro e nello stesso tempo fare
poesia è conoscenza perché ci porta a raggiungere coloro che
soffrono, a sviluppare empatia e condivisione.
La poesia a Sud è soprattutto lotta, da Scotellaro a Bodini, da
Verri a Toma, è stato veicolo di denuncia, trasformazione, riscatto e
cambiamento.
Il poeta del Sud, oggi, tranne rare eccezioni, non si assoggetta a
logiche di marketing editoriale, forse perché i colossi dell'editoria sono al
Nord. Il poeta a Sud è dotato di una forza utopica e rivoluzionaria, utilizza
il pensiero magico per adattarsi alla realtà quotidiana, vi intreccia la
testimonianza delle passate generazioni e mette in atto una mappatura del dissesto sociale, economico, ambientale
in cui vive. Ci sono voci che fremono ancora di estremo lirismo indotto dalla
bellezza dei luoghi o dal vissuto amoroso, ma l'urgenza è resistere, pertanto
all'estetica si affianca la logica, l'impegno civile, il pensiero critico.
Attingere alla creatività per connotare intenzionalmente il messaggio è
prerogativa di tutti i poeti del mondo, ma il binomio utopia-libertà risuona
forse più frequentemente nelle latitudini australi.
Affascinante riflessione. Mi piace particolarmente l'accento sui poeti "sudisti".
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