Questo mese diamo voce a un poeta intenso e poliedrico di area lombarda: Maurizio Noris che si esprime nel dialetto di Albino (BG). Proponiamo due testi: il primo, i girani di avrìl (I girani di aprile) tratto da una delle sue più importanti pubblicazioni (Resistènse), e il secondo casetina de la rosa (casida de la rosa) è in realtà la traduzione di una poesia di Garcia Lorca. Le due composizioni sono accompagnate da commenti rispettivamente di Franca Grisoni, eccellente poetessa bresciana, e dallo stesso Noris e da Lorenzo Spurio per quanto riguarda il grande poeta andaluso. La traduzione della poesia di Lorca è accompagnata da un video contenente il brano per flauto Fantasia N.3 di G.P. Telemann eseguito da Lucìa Diaz, e dalle voci recitanti della stessa Diaz e di Maurizio Noris.
Alfredo Panetta
Con un linguaggio talvolta
crudo ed enigmatico, che si presta a ipotesi interpretative diverse per
l’abbondanza di simboli e di similitudini, Noris afferma che ciò che occorre
per resistere in una vita che abbia davvero significato è un alto desiderio di
vita. <> Il mondo naturale viene
trasfigurato dall’energia metaforica che percorre “Resistènse”, una raccolta in
cui gli organismi viventi, in modi oscuri per gli umani, ognuno con la propria
sapienza e con la necessità della propria specie, «Spingono» per emergere
pienamente, per conquistare la vita e la parola poetica. Come i gerani, che
«cercano a orecchio / i loro sentieri». Anch’essi resistono, affrontano le
proprie stagioni e non solo per sé: vegetano per la loro intera specie.
Infatti, suscitando ammirazione con la loro bellezza, riceveranno quelle cure
che faranno aumentare la loro possibilità di sopravvivenza nella scala della
selezione. Ma la loro bellezza deve anche essere celebrata, per questo «lusingano
/ la lingua del mezzadro», l’essere umano più adatto a cantarli perché è lui a
scegliere e ad operare nella natura coltivata; anche il «mezzadro», maschera
del poeta, condivide ciò che coltiva non solo per sé....
Franca Grisoni
da Resistènse. 2016 Interlinea
Edizioni
i girani d’avrìl
I spùncia
i girani
sö i prime telimóre di lòbie
i sirca a orègia
i sò sentér.
I gh’la dà ùcia
a la lèngua
strenfognada
del massér.
Chi no l’capéss
avrìl
e i
cansunète tróbie
a l’gh’à la póia
tròp vègia
‘n del polér.
Spingono
i gerani
sulle prime ragnatele dei balconi
cercano a orecchio
i loro sentieri.
Lusingano
la lingua
sgualcita
del mezzadro.
Chi non capisce
aprile
e le canzonette torbide
ha la gallina
troppo vecchia
nel pollaio.
Questo
omaggio a Federico Garcia Lorca, dei Santì d’Andalöséa, è una bella storia di
tempi lunghi, di incontri e di appassionamenti, che, in questo libro gonfio di
figure, voci e suoni, intende restituire un sentimento verso queste sue
poesie-santì andaluse e giocare voci di racconto, in assenza di quella del
poeta. Già, perché Lorca, il poeta de la Luz, è anche, come si racconta, il
poeta della Voz ausente (*)
L’abbrivio
nasce alcuni anni fa da un incontro nuovo e casuale con la poesia del poeta,
appercepita e sfidata nell’immaginario della mia lingua prima, il dialetto
bergamasco della media valle Seriana. Trova una sua prima redazione con una
acuta e bella post fazione di Vincenzo Guercio, professore e giornalista
culturale bergamasco, e, con un percorso di voci- immagini delle pitture di
Sara Oberhauser che attraversano forti e intense il Lorca andaluso del libro.
Restava aperta la ricerca su voci e i suoni del racconto dei Santì d’Andalöséa.
Il
Covid in val Seriana sterilizza il tempo, anche l’andare di questo sentirci,
tra me e Lorca, con le nostre lingue di poesia; poi, putacaso, conosco Lorenzo
Spurio che mi chiede di tradurre, nel mio dialetto, alcune poesie del poeta
spagnolo. Lorenzo è un poeta e critico letterario di rispetto, e tra i più
appassionati e competenti conoscitori del Granadino. È un segno buono che
spinge.
L’occasione
si offre lo scorso anno quando, con Lucìa Diaz giovane e affascinante musicista
spagnola, proponiamo voci e flauti per 13 delle 20 poesie dei Santì
d’Andalöséa, in una serata performance, registrata nella Chiesetta di Santa
Maria, nell’ambito del Festival dei Komendunesi 2022 promosso dal Museo della
Torre di Comenduno. Si cercano, si studiano, si rilavorano e si registrano le
voci e i suoni delle poesie.
La
presentazione di Lorenzo a questo libro arriva generosa, calda, a far chiaro
sui perché delle poesie scelte e a testimoniare l’amore, suo e nostro, per il
Lorca che ognuno si tiene in anima.
Si
conforma così, attraverso i video con voci e flauti che accompagnano ogni
poesia del libro (attivabili con il QR-code dedicato per ognuna), il desiderio
di dialogare con la voce assente del poeta della luce.
A
queste persone, artisti e letterati, la mia ammirazione e la mia gratitudine.
A
Teramata il piacere di una compassione.
Maurizio
Noris
* “Vozausente”: il perdurante mistero attorno alla voce di Federico García Lorca (chec’è, ma non si trova) - di Lorenzo Spurio
(Vi è)... un quesito che
ancora oggi rimane inesplorato attorno al mistero della voce di Lorca. Il
mistero non è tanto rivestito dalla domanda “com’era la voce di Lorca?” ma
dall’interrogativo categorico “perché non esiste neppure una brevissima cinta dove
lo si sente parlare?”. [...] Voce che,
va detto, ci sembra già di conoscere, avendo tanto letto e studiato la sua
opera, avendone percorsi i temi e percepito le fragranze, intuendone
l’inasprimento del ritmo, le sonorità acide delle poesie americane, l’ordito
elegante venato dal buio dell’io nelle poesie dei Sonetos. Eppure qualcosa
ci sfugge. Ci manca. Manca il suo timbro. La nervatura data alle parole. Il
fluire armonico dei versi. Manca quella veste sacrale delle parole nude
impresse sulla carta. Manca, soprattutto, la voce di quell’amico che vorremmo
tornare a sentire, per sentirci in pace con noi stessi, per percepirlo
gioioso..., per viverlo nei momenti in cui esprimeva il suo tormento interiore
cercando un colloquio diretto con la natura nel complicato intento di smarcarsi
da quella sofferenza nativa che lo invadeva.
CASIDA DE LA ROSA
CASIDA DELLA ROSA. La rosa / non cercava l’aurora: / quasi
eterna sul ramo / cercava altra cosa. // La rosa / non cercava né scienza né
ombra: / confine di carne e di sogno / cercava altra cosa. // La rosa / non cercava
la rosa. / Immobile nel cielo / cercava altra cosa.
CASETINA DE LA RÖSA
La rösa
no la sircàà ol prensépe del dé:
squase etèrna sö ’l ram,
la sircàa ön óter laùr.
La rösa
no la sircàa gne scènsa gne
ómbra:
cünfì de carne e de ’nsògn,
la sircàa ön óter laùr.
La rösa
no la sircàa la rösa.
’Nciodada ’n del cél
la sircàa ön óter laùr.
Notizie
Maurizio Noris è nato a Comenduno di Albino (Bg) nel 1957. Scrive poesie in lingua prima del dialetto bergamasco della media Valle Seriana. Nel gennaio 2001 pubblica la raccolta Santì, ed. TeraMata, Bergamo, libro artigiano di poesie con l'artista grafico Ivano Castelli e presentazione di Ivo Lizzola. È del 2008 la raccolta Dialèt De Nòcc D’amùr, edizioni Cofine Roma, premio Città di Ischitella.
Nel 2009 presenta la plaquette
“Us de ruch” con introduzione di Alberto Belotti, edizioni TeraMata, Bergamo;
Nel 2010, per le edizioni LietoColle di Como, la raccolta Us de ruch, con
introduzione di Franco Loi. Nel 2011
collabora con Piero Marelli alla cura di Guardando per terra, voci della poesia
contemporanea in dialetto ed. LietoColle Como, anche con una scelta di suoi
testi. Sono del 2012 le piccole raccolte Àngei? e Zögadùr (ed. Fiori di Torchio
Seregno e ed. TeraMata Bergamo) con la presentazione di Piero Marelli e Silvio
Bordoni. Nel 2014 presenta la piccola raccolta In del nòm del pàder con post
fazione di Giulio Fèro, ed. TeraMata Nel 2015 con Piero Marelli cura e
partecipa con propri testi a Con la stessa voce. Antologia di poeti dialettali
traduttori ed. LietoColle. Nella primavera del 2016 propone la raccolta Resistènse,
ed. Interlinea, introdotta da Franca Grisoni. Per tutto il 2019 cura la rubrica
settimanale SÖ L’ÖS del
<santalessandro.org> settimanale della Diocesi di Bergamo, con la presentazione
anche sonora e commento delle sue poesie. Nel 2022 propone A cüre socane,
installazione organico-poetica con un catalogo di 20 poesie inedite presentato
da Gabrio Vitali. Nel 2023 pubblica Santì d’Andalöséa, omaggio a FG Lorca con
musica di Lucia Diaz e dipinti di Sara Oberhauser.
È presente con suoi testi in L’Italia
a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto ed. ARGO 2014, in Dialetto
lingua della poesia a cura di Ombretta Ciurnelli ed. Cofine 2016 e in diverse
antologie e riviste.
È stato libero professionista,
formatore e promotore socioculturale nel contesto delle professioni sociali e
delle politiche giovanili ed è referente progettuale del Museo Etnografico
della Torre di Albino.
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