Audio poesia edita "Parole" di Laura Pierdicchi
Parole
vive
dissodano
la mente e l'anima
ne
fanno grembo
di
sapienza, che germina
e
che spiga l'innocente
saggezza
dell'umano.
È
fatica pazientare, il lento
incedere,
spingendo l'erpice
nella
crosta riarsa
da
venti d'egoismo.
A
sera, siedi accanto
al
pozzo a riposare,
una
donna ti chiederà da bere
accoglila
nel cuore,
lei
ti darà parole vive.
Se
le parole avessero la forza
di
una coppia di buoi bianchi
sul
dorso, l'aratro avrebbe ali
per
lavorare questo campo
ad
accogliere semenze
da
fare spighe e grani e pani
sinceri
di sapore.
Te
li darei con vino rosso
e
olive nere, da gustare
fino
all'osso.
Sapori
forti e veri
per
preservare labbra
e
occhi dall'inverno,
nel
rosso ritrovare
il
sole dell'estate che tu ami.
Da
tempo le parole
non
aprono le zolle
di
sogni e di mistero.
Forse
l'amore chiede lontananza
per
ritrovare nitide visioni
perché
diviene presbite negli anni,
forse
chiede pazienza del silenzio -
smarrito
nella nube di parole -
per
rivelarsi senza più pudore.
Poesia edita "Mi cerco su tempi lontani" di Maria Grazia Galatà
[Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera
Lillà dalla terra morta, mescola memoria e desiderio (… ) scriveva
Eliot]
la via lunga dell’intoppo tra magiche aspirazioni dove A diceva
di andare oltre la pagina
segnata – oltre ogni respiro - allo stendersi
del fiato e mi perdo nell’inganno l’insopportabile
leggerezza di un cielo
capovolto alle spalle – lontano da ogni
minima ripetizione di vuoto – la tentazione
del gesto orale in questo tempo parallelo
mi nasconde da una pace inquieta un dopo.
a capo
siediti accanto al punto di giunzione un passo
dopo l’attesa – canterai per me questa
percorsa incertezza
lì nei punti della caduta
questo niente che ci
accarezza
di rare rarissime accensioni e ti parlerò del mare di
notte nella parola jour (giorno)
sotto la pioggia e il silenzio tra lettere di fuoco
dell’oceano . Il sole tramonta e questa disaffezione d’
anime mi irrita come il gelo
che scende adesso dalla montagna
fragile un verso ecco il vento opposto -
le notti incompiute - i brividi dell’accortezza
Poesia edita "Disappartenenze" di Cipriano Gentilino
Parole lavate
disossate di senso
nelle sillabe dei silenzi
parlati sul limite sgretolato
dell'imbarazzo
istantanee senza data
diluite nei riti
delle appartenenze mancate.
Poesia inedita di Doris Bellomusto
Oggi ho raccolto parole:
Pulviscolo
Frinire
Vento
Resina
Volevo tenerle con me,
ma con un batter d'ali
sono volate via
insieme ai gabbiani.
Non è rimasto niente
solo un prurito
sulla mia caviglia
e un pallone
che rimbalza sull'asfalto;
uno zaino in disordine
e una canzone degli Oasis
che si mescola al mondo
e alla stanchezza.
Poesia inedita di Grazia Procino
La mia parola si tuffa alata
come Omero cantò,
si ritrae smarrita alla fiera delle vanità
dà forma e fa essere ogni cosa
s’ inquieta di fronte ai segreti del potere
s’ indigna inconsolabile davanti alla barbarie
si libra leggera come una farfalla
lambisce ferite che neppure il tempo guarirà
è pervicace consolazione all’arazzo del mio destino.
Non
lasciate che parole sulla riva
Non lasciate che le colpe ricadano
sulle ombre variegate
della notte
e sulle bianche pelli
fragili di vento
che inseguono risposte in
clessidre
vuote, nei vuoti di
fessure trasparenti.
Non lasciate che ricadano
macigni
sopra ataviche rocce in
erosione,
si sfaldano muri di
cristallo nel tempo
ed i sassi si rincorrono nei
fiumi
sopra letti corrosi dalle
acque.
Come un soffio questa
vita scorre lieve
senza tracce, solo tenui
scalfiture,
siamo brezza nelle aurore
verso oriente
che scompare in
crepuscoli di nebbia,
siamo nuvole di morbida
foschia
che si nutrono di pura
evanescenza
e frughiamo tra gli
oggetti abbandonati
come naufraghi in delirio
tra relitti.
Siamo vento che trascina
stanchi passi
sopra sabbie di deserti sconosciuti,
non lasciate che parole
sulla riva
si cancellino per sempre
in fondo ai mari.
E mi mancano
ancora le parole
(Al mio papà in
cielo dal 1987)
Come soffio la tua voce nel silenzio
si riveste di cristallo
dentro il tempo
ed è morbido racconto
colorato
dalle mani che lavorano
una tela.
È un incanto questo suono
conosciuto
che ricopre i miei
ricordi abbandonati,
stilla lenta una lacrima
sul volto,
una goccia dopo goccia
scorre ancora.
La memoria mi sostiene e
resta salda
e riappare la tua spalla
nel conforto.
Le parole sono vento,
alito caldo,
sono roccia, sono stabile
difesa.
E mi vesto di carezze e
di sorrisi,
mi diletto tra le rose di
un giardino,
come bimba tra festoni e
palloncini
volo in alto, come angelo
senz’ali.
Ma al risveglio è questo
sogno
che riempie qualche
scatola ora vuota
e mi mancano ancora le
parole,
quelle belle che una
volta mi insegnavi.
Nessun commento:
Posta un commento