martedì 12 dicembre 2023

DIALETTO E VOCI AUTENTICHE: Andreina Trusgnach

 

Omotnica roba (La vertigine del bordo, Andreina Trusgnach)

 Se è vero, come sostiene il filosofo romeno Emil Cioran, che non si abita un luogo ma una lingua, per i parlanti lingue di minoranze il loro idioma diventa l’abito cucito su misura. A maggior ragione per i poeti, che sentono fiatare sulla loro pelle le parole e i suoni, i paesaggi e le suggestioni delle loro parlate locali. Questo mese ci occupiamo di Andreina Trusgnach, autrice pluripremiata che si esprime in uno dei dialetti sloveni delle valli del Natisone, in Friuli. 

La poesia che offriamo ai lettori, omotnica roba (La vertigine del bordo),  è una poesia luminosa, di assoluto valore per intensità emotiva e  compostezza formale. Un componimento sulla consapevolezza delle difficoltà del vivere d’oggi (Per dare un senso/ a questo trattenuto affanno) ma che, come la poesia spesso suggerisce, apre le porte a un’incoraggiante speranza. Bisogna raggiungere il limite del malessere per intravedere una possibilità concreta di liberazione, una luce in fondo al tunnel (forse solo un germoglio/ forse invece un piccolo lampo). La salvezza, se di salvezza è corretto parlare, si ottiene però attraverso la vigilanza, la partecipazione attiva affinché un mondo migliore possa realizzarsi non solo nello spazio interiore, seppure vivissimo, della poesia. (E ricordarsi di aggiungere la legna/ in tempo/ per non abbandonare le braci).

 Alfredo Panetta

 

Omotnica roba

 

Prit do meje

od kar misleš de si

  

                                               preživiet

omotnico

                        roba

počakat                       (se troštat)

z požgarto željo

de pride na varh še kjek novega

            morebit samuo an poganjek

            morebit pa an majhan blisk

 

za de bo imiela an pomien

tela težkuo zadaržana zasopljenost

 

 an se zmislit

doluožt darva

       

par cajtu

 

za na zapustit uogja

 

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La vertigine del bordo

 

Arrivare fino al limite

di ciò che pensi di essere

  

                                               provare

la vertigine

                        del bordo

 

aspettare                     (sperare)

con il desiderio inghiottito

che affiori ancora qualcosa di nuovo

            forse solo un germoglio

            forse invece un piccolo lampo

 

per dare un senso

a questo affanno trattenuto a stento

 

 e ricordarsi

di aggiungere la legna

           

in tempo

 

per non abbandonare le braci

 

 

Biografia  

Trusgnach Andreina, nata a Cividale del Friuli il 30.11.1961, vive a Cosizza di San Leonardo (UD). Appartiene alla minoranza linguistica slovena del F.V.G., scrive poesie nel dialetto sloveno delle Valli del Natisone, la considera una assoluta necessità, un amorevole ma tenace strumento di custodia. Una vera e propria forma di resistenza. Ha pubblicato due raccolte di poesie in lingua madre con traduzione in italiano: “Sanje morejo plut vesoko” (I sogni possono volare alto),  KD Trinko, Cividale del Friuli, 2011 e “Pingulauenca ki jo nie bluo – L’altalena che non c’era”, ZTT – Editoriale triestina, 2022.

I testi di Andreina sono presenti su libretti, riviste, testi scolastici e antologie letterarie.

Partecipa a reading di poesia, eventi letterari e laboratori di scrittura creativa, sia in Italia che in Slovenia. Autrice di prosa, poesia e testi per canzoni, ha partecipato a concorsi locali, nazionali e internazionali ottenendo numerosi riconoscimenti.

 

 

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